C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.(Lc 2,36-38)

Anna, la profetessa…

Anna,
l’età ti riempie
lo scollo della veste,
come le ore
del tempio ch’è segreto,
dentro alle stanze
che tu sai abitare,
dentro i pensieri
nutriti di ricordi
di quel calore
nuziale solo a tempo,
che poi si è aperto
in veglia di digiuno,
scorcio all’Eterno
che dona pane e letto
nelle sue pieghe
che saziano ogni fame.

Riempie il bisogno
la Sua presenza piena,
riempie l’attesa
del Figlio che verrà,
tanto annunciato
nelle tue notti lunghe,
quando tu vegli per Gerusalemme
che dorme sopra
ogni sua lunga attesa.

E’ quel messia
in veste di Bambino
che la tua lode
saprà coccolare
con le tue veglie a mò di ninna nanna,
cantata piano
grazie al sacrificio
della tua vita
aperta al desiderio,
che Lo aspettava
dentro a lunghi giorni,
quando la luce
centellina sospiri
in lunga attesa
di un TENERO VAGITO.